Studi,Ricerche, Pubblicazioni

"Collegio Navale Nicolò Tommaseo- Brindisi"
"Neresine, storia e tradizioni di un popolo tra due culture" di Giovanni (Nino) Bracco
"Padre Flaminio Rocchi. L'uomo, il francescano, l'esule" a cura di Fabio Rocchi
"Nerezinski libar - Il libro di Neresine"di Julijano Sokolic'
"Quirino il rosso"di G.G. Memo
"La piccola storia di un paese qualsiasi" di Onorato Bonic'
"Piccolo dizionario dell'antica parlata slava di Neresine" (nuovo aggiornamento 2019) di Giovanni (Nino)Bracco
"Elenco delle famiglie di Neresine nel 1945 e successiva evoluzione della popolazione dopo il passaggio delle isole del Quarnero sotto l'amministrazione jugoslava" di P. Flaminio Rocchi, elaborato per la pubblicazione da Giovanni (Nino) Bracco
"Ricerche storiche su Neresine - Le origini, la nascita, lo sviluppo e l'estinzione" di Giovanni (Nino) Bracco


Neresine, storia e tradizioni di un popolo tra due culture

Edito dalle edizioni LINT di Trieste, pag. 256 costo euro 9.90, s’intitola “Neresine, storia e tradizioni di un popolo tra due culture”, autore Giovanni (Nino) Bracco. La storia era già circolata per internet, anche il nostro sito, sin dalla sua costituzione, l’aveva pubblicata. Ora vede la luce sotto forma cartacea che, le permetterà di essere letta anche da coloro che non avevano dimestichezza con il computer. E’ un bel libro, scritto bene e, come abbiamo avuto occasione di far notare precedentemente, una storia raccontata con coraggio che, del resto, sappiamo non mancare all’autore.



Padre Flaminio Rocchi. L’uomo, il francescano, l’esule>

Edito dall’ANVGD e curato dal nipote Fabio Rocchi. Riportiamo di seguito alcuni stralci di un articolo apparso sull’Osservatore Romano, sabato 25 agosto 2007 ed intitolato: “Una vita per i profughi giuliano-dalmati” a firma di Gaetano Vallini. “Il volume raccoglie il frutto di quattro anni di ricerche d’archivio, attraverso l’analisi di migliaia di documenti. Nelle 160 pagine trovano spazio anche gli appunti, gli inediti e le lettere del sacerdote francescano riconosciuto dagli istriani, dai fiumani e dai dalmati quale guida spirituale e morale, ma anche fermo punto di riferimento per la ricostruzione materiale di un’identità familiare e comunitaria strappata dalla barbarie della pulizia etnica al termine della seconda guerra mondiale. Non mancano gli interventi, oltre un centinaio, di personalità, autorità e semplici esuli, che disegnano con le loro parole il volto e il cuore del frate. E se è vero che Padre Rocchi ha lasciato il suo testamento nel volume “L’esodo dei 350.000 istriani, fiumani e dalmati”, questa biografia, singolare compendio della sua vita, lascia emergere gli aspetti meno conosciuti, più privati e intimi del frate.


…Come sottolinea il nipote, Padre Rocchi “non amava tessere le sue lodi. Ma in un mondo così composito come quello degli esuli giuliano-dalmati, dilaniato dalle tragedie della guerra e dell’esodo, c’era sempre qualcuno pronto a puntargli il dito addosso. E così era costretto a tirar fuori la sua grinta, il suo orgoglio neresinotto per mettere nero su bianco tutte le sue attività e i suoi impegni, quasi a voler dire ‘lavoro da una vita per voi, non ve ne siete accorti?’. E tanto più era pungente la critica che gli veniva mossa, tanto più quella sorta di ira pacata ammutoliva l’oppositore”. Significativo è quanto scrive Padre Rocchi nell’ultima relazione sulla sua attività, nella quale traccia una sorta di bilancio della sua missione: “Sono lieto di aver servito, come volontario, per cinquantacinque anni l’Associazione e i profughi, anche se questo mi ha provocato un doloroso processo con l’espulsione dalla mia isola del Quarnero perché ha detto la sentenza, ‘aiuta i profughi che alla democratica Jugoslavia hanno preferito l’Italia imperialista’. Una condanna che è un elogio.”
Due libri che certo non potranno mancare nelle case degli amici neresinotti.


Nerezinski libar (Il libro di Neresine)

L' autore è Julijano Sokolic’ ed è uscito a Neresine nel 2007. L’edizione è di lusso con copertine cartonate (costo euro 29). Un giudizio critico complessivo ci è difficile, non tanto per una riserva ideologica, ma bensì perché non conosciamo il croato. Sono comunque presenti, oltre all’introduzione, alcune pagine in lingua italiana e rispettivamente firmate da: Stefano Zucchi (La “Kapelica”di Halmac), Mariano L. Cherubini, giornalista della Voce del Popolo di Fiume (Ierimo, semo e saremo sempre neresinotti) che parla dei nostri raduni e pubblica due belle foto, di quello del 1971 e di quello dell’anno scorso che ci ritrae sul sagrato della chiesa, Costanza Lucchi (Ciao Neresine), Padre Flaminio Rocchi (Una pagina di storia sacra). Tre poesie: una di Domenico Boni (La bora), di Patrizia Lucchi (Le donne e l’acqua di Neresine), di G. Colombis (Neresine). Molto belle le foto, sia quelle recenti che della vecchia Neresine.



Non possiamo non rimarcare negativamente l’affermazione che tutti noi sappiamo non rispecchiare la realtà delle cose e che appare nell’introduzione: “Molti neresinotti hanno abbandonato le loro terre native per cercare altri lidi, in giro per il mondo e non torneranno più”, frase che fa pensare quasi fossero stati degli emigranti in cerca di fortuna. Mentre mi sembra sincera ed onesta la volontà manifestata dall’ autore poco più avanti, dove scrive: “Ho scelto le giornate serene della storia della località, quelle che tutti ricordiamo volentieri. In quest’opera che trabocca di ottimismo, sviluppo, cari ricordi, non ho permesso l’accesso ai momenti oscuri. Quindi, nel libro tutto è visto dalla parte bella della vita perché esso dev’essere un caro ricordo, un ricordo prezioso che non opprime ma che da gioia e sprona, nonché tranquillizza la coscienza, il cuore e l’anima. Vedremo se riuscirò nei miei intenti."



In occasione del raduno di novembre 2007, Rino Udina (rudina@nj.rr.com), nato a Neresine, oggi residente negli USA, ci ha fatto omaggio del libro "QUIRINO IL ROSSO" scritto da G.G.MEMO, suo amico personale, abitante anch'esso negli USA, dove il libro è stato pubblicato. Trattandosi di un romanzo fantastico ambientato in luoghi e periodi storici che sono i nostri medesimi (La Repubblica di Venezia, il mare Adriatico, L'Istria, la Dalmazia), crediamo far cosa gradita segnalarlo all'attenzione degli amici neresinotti. A tal proposito, pubblichiamo di seguito, una presentazione dell'amico Flavio Giantin, cugino di Rino Udina, che saluta tutti gli amci della Comunità anche da parte della madre Fiorenza Bracco.
"Questo romanzo, opera fresca di stampa di un veneziano, oggi di terraferma ma con la testa ed il cuore nella laguna di Venezia, è prima di tutto un lungo, lunghissimo viaggio tra il tempo ed i luoghi della memoria. Un libro da leggere tutto d’un fiato: ricco della passione, i sentimenti, gli atteggiamenti tipici di uno scrittore veneziano, quale G.G. Memo è. Il grande merito dell’autore è stato infatti quello di mettere in storia, eventi, situazioni fantastiche, molto vicini alla realtà di chi vive un rapporto diretto col mare, quello Adriatico in particolare, così ricco di storia vissuta. E la regina delle repubbliche marinare, Venezia, ne è la più ricca in assoluto Tra le pagine del libro ritroviamo precisi riferimenti a luoghi ancor vivi nella memoria attuale: le rive e le onde che vanno da Venezia e la sua laguna, giù a sud - est fino a Rovigno e le isole dalmate, Cherso e Lussino per prime. Ritroviamo, rivisitate in maniera fantastica, le vicende di viaggiatori, meglio navigatori, di un tempo. I nomi dei personaggi, pur frutto di fantasia, vengono proposti dal romanzo, quali conoscenze dirette dell’autore, che sembra far rivivere, a cominciare dall’interprete principale – Quirino il rosso appunto- persone e situazioni appartenute al proprio vissuto personale. Gli stessi cognomi vengono dall’autore trasformati con le inflessioni della lingua croata, dove serve. Gli altri personaggi, con i nomi vivi nella memoria di chi li ha conosciuti, richiamano episodi di vita d’altri tempi dove, a farla da padrone sul mare erano il vento di bora e le incredibili vicende di coloro che vivevano nel e per il mare, godendo e a volte soffrendo di quanto il mare dava o toglieva. Infine il libro vuol essere l’espressione dell’amicizia che lega da molti anni il nostro autore ad una famiglia che partita dal mare Adriatico ha ritrovato oltre oceano, in America appunto, lo spirito ed i sentimenti delle incredibili vicende narrate dal romanzo".
Flavio Giantin (flagia@alice.it)




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